QUESTIONI DI MODULO – A Riscone di Brunico, durante il ritiro, Ranieri aveva più volte provato il 4-3-3, ribadendo che si sarebbe proseguito sulla strada del 4-4-2. Ora, con l’arrivo di Borriello (quindi con una prima punta di ruolo), le cose cambiano, anche perché il potenziale offensivo attualmente a disposizione del tecnico testaccino deve in qualche modo essere messo in campo. La soluzione che viene in mente è quella del ritorno al “rombo”, che lo scorso anno aveva dato stabilità alla squadra ma di certo non aveva rubato l’occhio. Difficile andare avanti con il 4-4-2 senza esterni di ruolo, eccezion fatta per Taddei. La soluzione di Vucinic come quarto di centrocampo a sinistra in fase di non possesso è una soluzione tampone così come la collocazione, sempre sull’esterno ma dalla parte opposta, di Menez. E allora con la Roma a pieno organico si potrebbe mettere in campo un centrocampo con Pizarro vertice basso, De Rossi alla sua sinistra e uno tra Perrotta, Simplicio (che Ranieri vorrebbe trasformare in vice Pizarro), Brighi o Taddei alla sua destra. Con questa diga si potrebbe sostenere la presenza di Menez dietro Totti e uno tra Borriello e Vucinic. La speranza è quella di arrivare a 50 partite stagionali tenendo conto di campionato, Champions e Coppa Italia, quindi ci sarà spazio per tutti. Oltretutto si potranno gestire senza troppi patemi le pause di Vucinic e Menez e gli acciacchi di Totti. Spacciato, in linea di massima, il 4-2-3-1 osservato con Spalletti. Arriva l’occasione di mettere Vucinic e Menez più a ridosso dell’azione offensiva e beneficiare delle intuizioni di Totti che con Borriello potrebbe definitivamente tornare alle origini, non più prima punta ma uomo-assist col vizio del gol. Ora la patata bollente passa a Ranieri, chiamato a modificare tatticamente la squadra dopo oltre un mese di lavoro. Già Cagliari potrebbe offrire delle indicazioni importanti, con un primo turn-over che potrebbe coinvolgere Vucinic, che in tempi di scarsa lucidità meglio tenerlo in caldo per il palcoscenico europeo (il prossimo impegno è con il Bayern Monaco) che spesso lo risveglia.
giovedì 2 settembre 2010
ARRIVA BORRIELLO. TORNERA’ IL ROMBO?
domenica 29 agosto 2010
FERMI TUTTI, DOV’E’ LA ROMA?
E’ bastato un Cesena ben organizzato, al limite dell’arroccamento in certe fasi, per inceppare il meccanismo di una Roma apparsa in netta involuzione rispetto a sette giorni fa. Meno idee, meno corsa, meno Totti (poi mi spiegherete come fate a dire che è in gran forma, mah). Insomma, meno Roma. Con questo pareggio sono tre anni che i giallorossi non partono bene in campionato. Qualcosa vorrà pur dire visto che il gruppo è sostanzialmente lo stesso. Ed ecco il problema, stesso gruppo appesantito dagli anni che passano e pesano sul groppone. Non c’è rinnovamento, c’è meno brillantezza. Non si può chiedere a Perrotta, 33 anni, di fare per tutte le gare il centometrista come in passato, né a Totti di dettare il passaggio in profondità per evidenti limiti dinamici. Chi invece ha corsa e dovrebbe metterla al servizio della squadra, leggi Vucinic e Menez, non sono in serata (eufemismo) e si perdono nel tentativo di inventare qualcosa. Il montenegrino ed il francese dovrebbero essere, nella testa di Ranieri, i due giocatori che "spaccano" le partite e le difese avversarie. Per il momento irritano e basta con i loro errori sia con la palla tra i piedi che sottoporta. Forse la partenza poco convincente di oggi è dovuta alla consapevolezza di non stare al top dal punto di vista fisico e conseguentemente di volersi gestire per evitare un calo netto come in Supercoppa. Solo che stavolta s’è visto solo un quarto d’ora a buoni livelli, non di più. Quando la Sud ha riabbracciato i gruppi scioperanti (entrati al 5' del secondo tempo per manifestare contro la Tessera del Tifoso) ha iniziato a cantare come da par suo ha tolto qualche ruggine dai giocatori, ma l'effetto è andato presto scemando. In tutto questo il Cesena, sornione, ha piazzato un paio di ripartenze che hanno fatto correre dei brividi lungo la schiena. Se a questo si aggiunge un Antonioli formato Batman, ecco che la Roma non riesce a superare una neo-promossa e a mandare in fumo la clemenza di un calendario che avrebbe permesso di mettere fieno in cascina in attesa di tempi migliori. Ora la sosta, poi Cagliari dove i giallorossi stentano da 15 anni a questa parte. Che tipo di campionato aspetta la Roma lo sapremo il 12 settembre, perché l’illusione di un'altra stagione al vertice è durata solo per
Poi sarà Champions. Sempre facendo il paragone con questa Roma, possono mettere paura anche Basilea e Cluj. Gli umori della città cambiano troppo spesso, è vero, ma una prova simile non può lasciare spazio a scusanti. Quando ci sarà una miglior condizione fisica di certo vedremo una Roma migliore. La bella prova di Milano resta uno sbiadito ricordo.
domenica 22 agosto 2010
UN’ORA DI ROMA. POI LA SUPERCOPPA VA ALL’INTER
Il primo tempo e l’inizio del secondo lasciano comunque ben sperare in vista dei primi impegni stagionali. Sarà una Roma diversa da quella degli ultimi anni: molto compatta, poco spumeggiante ma al contempo dipendente dalla condizione di Totti (decisivo come uomo assist) e dalla voglia di Vucinic e Menez di correre e raccogliere i suggerimenti del capitano. Insomma, la filosofia di Ranieri sarà ancor più visibile rispetto alla passata stagione. La squadra invecchia, Totti si muove sempre meno, andando verso l’ennesima metamorfosi tattica della sua carriera che lo (ri)porta ad “abbassarsi” verso il centrocampo per ricevere più palloni. Del resto, non è mai stato uno che attacca la profondità. Domanda: se Totti agirà un po’ più lontano dalla porta, a chi sarà affidato il compito di gonfiare la rete? Vucinic? Menez? Adriano? La sensazione è che serva necessariamente un altro attaccante che sappia sfruttare le occasioni create, cosa che Vucinic ancora non fa come dovrebbe.
Se è vero che la Roma deve ancora mettere benzina nelle gambe, è altrettanto chiaro che l’esordio casalingo col Cesena rappresenta il miglior modo per togliere un po’ di ruggine e mettere in cascina tre punti prima della immediata sosta per la nazionale e il successivo impegno del 12 settembre in quel di Cagliari.
Altro nemico della Roma sono i cali di concentrazione. In alcuni frangenti si è rivista la Roma di Spalletti, capace di prendere imbarcate clamorose figlie di black-out mentali che sembrano, purtroppo, nel DNA di questa squadra.
PIZARRO - Ormai è palese che la Roma trae la sua linfa dalle giocate del cileno, troppo a lungo sottovalutato dalla piazza. Per un’ora si è vista una squadra, dopo la sua uscita un’altra. Questo perché Ranieri ha dapprima proposto un 4-3-3 con Perrotta e De Rossi alfieri del Pek, per poi cambiare in 4-4-2 con l’ingresso di Taddei ritrovandosi senza un vero cervello in mezzo al campo. Inutile cercare di arrovellarsi per trovare un vice-Pizarro, perchè in rosa non esiste. L'unica soluzione è insistere su due sistemi di gioco che possano alternarsi in base alle esigenze della partita e alla disponibilità dei calciatori.
TIFOSI – Gli oltre quindicimila di S.Siro si vedranno difficilmente in altre trasferte, perché l’acquisto del biglietto per la Supercoppa non era vincolato al possesso della tessera del tifoso. Saranno contenti quelli che hanno montato un caso di stato sul lancio di qualche fumogeno, che va condannato come un atto inutile (dei soliti fenomeni) che finiscono con l'arrecare danno all’immagine di un tifo incredibilmente generoso.