In Italia non si possono firmare contratti prima dei 16 anni, in Inghilterra sì. In più da noi non si scommette sui giovani. E allora i vivai italiani diventano dei supermarket.
>>Marco Gaviglia
Se anche Michel Platini, presidente dell’Uefa, che di professione non fa il santo, si mobilita parlando di traffico di minori allora bisogna preoccuparsi. Ogni trasferimento all’estero dei baby-campioni nostrani fa scalpore, ma caso dopo caso lo stupore lascia spazio ad un senso di normalità. E’ come un’ammissione di impotenza, che sfocia nella rassegnazione e nell’accettazione del fenomeno. Da Giuseppe Rossi, passato dal Parma al Manchester United a 17 anni a Macheda e Petrucci, gli spunti non mancano. Questi due ragazzi classe 1991 trasferitisi sempre ai red devils, arrivano rispettivamente dai vivai di Lazio e Roma. Macheda è l’uomo, pardon, il ragazzo copertina del Regno Unito grazie alle due reti decisive firmate in Premier League contro Aston Villa e Sunderland. Il suo cartellino vale già 5 milioni di euro. Alla base di questo flusso migratorio c’è un cono d’ombra nelle pur rigide normative FIFA, che vengono aggirate grazie alle norme interne della singola Federazione. Le società inglesi, ormai specialiste in materia, possono far firmare contratti ancor prima del compimento del sedicesimo anno, momento in cui per le società italiane scatta la possibilità di far firmare ai propri tesserati gli accordi al minimo federale. Per minimo federale si intende un compenso pari a 1780 euro mensili, cifra sulla quale il procuratore non ha diritto a percentuali. La durata massima è di tre anni se si tratta del primo contratto professionistico. “Il caso Macheda – ci spiega Andrea Cecere, Agente FIFA dello studio Canovi – ha aperto gli occhi a diverse persone e sarà positivo nella gestione dei ragazzi da parte delle società professioniste. Ci sono diversi contratti pronti per essere firmati al fine di evitare nuove intrusioni da parte delle società inglesi. Del resto ritengo che questi movimenti verso l’estero spingano finalmente le società a far giocare i propri talenti. E non parlo delle amichevoli pre-campionato o dei 5 minuti in Coppa Italia. In Inghilterra, vengono fatti degli investimenti importanti sui giovani. La Lazio, ad esempio, continuerà a percepire dal Manchester 90mila euro per ogni anno trascorso da Macheda in Inghilterra fino al compimento dei 21 anni (parliamo cioè di 540mila euro, ndr)”. Platini ha apportato delle modifiche alla normativa FIFA esistente che diventeranno effettive dal 1° ottobre prossimo. Verranno aumentate le cifre delle indennità di formazione che le società dovranno corrispondere ai club di provenienza del calciatore e verrà alzata a 18 anni la soglia minima per un trasferimento all’estero. Questo vincolo sembra facilmente aggirabile facendo leva sulle necessità lavorative dei genitori. “Certamente l’intento di Platini di bloccare i trasferimenti fino al compimento del 18esimo anno è utopistico. Aumentare gli indennizzi poi non scoraggerà club come il Manchester United. Tutto risiede nella volontà di credere fortemente nei giovani e prepararli per la prima squadra”. Come si può allora evitare che questo flusso verso l’estero continui?
TI PAGO ANCHE SE NON POSSO- Visto che i nostri giovani sono bravi, le sirene arrivano copiose. Non è raro, perciò, che pur di trattenere un futuro gioiellino, le professioniste per tutelarsi elargiscano dei benefit sotto forma di buoni benzina, ricariche telefoniche, ecc…Tutto questo, ricordiamolo, per ragazzi dai 13 anni in poi. Senza parlare di chi “allunga” denaro in nero sottobanco. Sono cose, queste, fuori dalle norme del buon senso, prima che da quelle federali. Del resto, questi sono i “metodi efficaci” per evitare nuovi casi Macheda e quindi torna a prevalere il machiavellico “il fine giustifica i mezzi”. Ma è davvero così semplice giocare sulla pelle dei ragazzi? “Come Agente di calciatori – ribatte Cecere - ritengo sia necessario aiutarli a mantenere ben saldi i piedi a terra e non mettergli grilli per la testa, cosa a cui pensano ahimè già diversi allenatori pur di trattenere i ragazzi. A questa età non vanno sovraccaricati di pressioni”.
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