sabato 11 aprile 2009

LA SINDROME DA RUGANTINO

Non è certo la prima volta che finisce male, che finisce come non ti saresti aspettato. Che lo scherzetto del cugino fosse bello e pronto lo sentivo, non era solo la scaramanzia a farmi pensare al peggio. E, infatti, dopo 4 minuti sotto 2-0, nemmeno la grafica di mediaset lo segnala quasi a voler controllare prima che fosse vero sul serio. Così come NON vero è il calcio d'angolo che genera il primo gol di quelli con la maglia diversa dalla mia. Il primo tempo finisce 2-1 con il Rugantino di Tolosa a riaccendere una speranza corroborata da una reazione non rabbiosa ma logica e di qualità. Nella ripresa, invece, la solita solfa. Si prende il 3-1, Panucci viene espulso (spero vivamente che il secondo giallo sia per il fallo e non per la NON reazione con il numero 2 dell'altra squadra) e cala il sipario. Si fa notte quando anche Mexes pensa bene di mostrare quanto sia coatto andando e rimediare un altro rosso per un parapiglia con quel fenomeno di maniscalco brasiliano che dopo 10 secondi ha cercato di spedire una caviglia del capitano in tribuna tevere restando ovviamente impunito. Il gol di De Rossi, primo al derby, fa incazzare ancora di più prima della definitiva parola fine col gol del serbo col piede sbagliato.
Il quarto posto si allontana, le inseguitrici si avvicinano. Spalletti chiede maggior criterio nei termini che precedono le sfide per non caricare di troppa importanza il risultato. La verità è però una: allenatori e giocatori sono pagati per vincere le partite. Il resto non conta, o meglio non deve contare per chi fa di questo sport il proprio mestiere.
Piccola parentesi sugli scontri tra quegli idioti che si fanno chiamare tifosi. Fate schifo.

m.

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