lunedì 25 gennaio 2010

JUVE-ROMA 1-2...LA COMETA DI HALLEY

Scegliere Torino come prima trasferta da giornalista al seguito della Roma poteva sembrare inizialmente un suicidio. Più della Juventus, l'insidia maggiore era rintracciabile nella storia stessa della Roma, spesso incapace di infliggere il colpo di grazia ad un avversario stretto alle corde e, anzi, in grado di rianimarlo miracolosamente. Il paragone pugilistico è un omaggio a Mike Tyson, incontrato a Fiumicino prima di prendere il volo per Malpensa e comparsa in un film assai divertente il cui titolo "Una notte da Leoni" riassume quello che si vedrà in campo e sugli spalti.
La Juve di Ferrara è davvero poca cosa e, se non fosse rientrato Sissoko dalla Coppa d'Africa, il divario sarebbe stato ancora più ampio. Certo, il tentativo di salvare la zebra morente c'è comunque stato: andare sotto con il gol del solito Del Piero non è stato il massimo, ma con Ranieri lo svantaggio non pregiudica la prestazione come con Spalletti. E allora ecco uscire le qualità umane dei giocatori, tanto di quelli tecnici (Juan, Pizarro) quanto dei gregari. Taddei conquista un rigore (sì, rigore contro la Juve a Torino, è veramente accaduto) e Riise (versione Usaine Bolt) prima fa espellere Buffon, poi castiga Manninger con un colpo di testa al 93' su cross di un immenso Pizarro. Esplode il settore ospiti, esplode la tribuna stampa, esplode l'ennesima contestazione bianconera. E' la vittoria di tutti, dei giocatori, di Ranieri, dei tifosi e di chi è salito nella gelida, grigia e triste Torino per raccontare un'impresa. Aver vissuto allo stadio la vittoria della Roma è un qualcosa di rara bellezza, che quasi stenti a spiegare. Ti rimane però una gioia dentro, la consapevolezza di aver visto passare sopra l'Olimpico di Torino la cometa di Halley al termine di una notte da leoni.