domenica 29 agosto 2010

FERMI TUTTI, DOV’E’ LA ROMA?

Ok, i sessanta minuti giocati in Supercoppa alla pari con l’Inter erano un bluff. Un bluff nel quale sono cascati in molti (certo, anche io!), tanto da pensare esclusivamente positivo in vista dell’esordio in campionato con il Cesena. I bianconeri allenati da Ficcadenti, giusto per ricordarlo, sono neo-promossi in Serie A, con una buona parte dei suoi giocatori (tra cui Giaccherini, non male la sua prova) all’esordio assoluto nel massimo campionato italiano.

E’ bastato un Cesena ben organizzato, al limite dell’arroccamento in certe fasi, per inceppare il meccanismo di una Roma apparsa in netta involuzione rispetto a sette giorni fa. Meno idee, meno corsa, meno Totti (poi mi spiegherete come fate a dire che è in gran forma, mah). Insomma, meno Roma. Con questo pareggio sono tre anni che i giallorossi non partono bene in campionato. Qualcosa vorrà pur dire visto che il gruppo è sostanzialmente lo stesso. Ed ecco il problema, stesso gruppo appesantito dagli anni che passano e pesano sul groppone. Non c’è rinnovamento, c’è meno brillantezza. Non si può chiedere a Perrotta, 33 anni, di fare per tutte le gare il centometrista come in passato, né a Totti di dettare il passaggio in profondità per evidenti limiti dinamici. Chi invece ha corsa e dovrebbe metterla al servizio della squadra, leggi Vucinic e Menez, non sono in serata (eufemismo) e si perdono nel tentativo di inventare qualcosa. Il montenegrino ed il francese dovrebbero essere, nella testa di Ranieri, i due giocatori che "spaccano" le partite e le difese avversarie. Per il momento irritano e basta con i loro errori sia con la palla tra i piedi che sottoporta. Forse la partenza poco convincente di oggi è dovuta alla consapevolezza di non stare al top dal punto di vista fisico e conseguentemente di volersi gestire per evitare un calo netto come in Supercoppa. Solo che stavolta s’è visto solo un quarto d’ora a buoni livelli, non di più. Quando la Sud ha riabbracciato i gruppi scioperanti (entrati al 5' del secondo tempo per manifestare contro la Tessera del Tifoso) ha iniziato a cantare come da par suo ha tolto qualche ruggine dai giocatori, ma l'effetto è andato presto scemando. In tutto questo il Cesena, sornione, ha piazzato un paio di ripartenze che hanno fatto correre dei brividi lungo la schiena. Se a questo si aggiunge un Antonioli formato Batman, ecco che la Roma non riesce a superare una neo-promossa e a mandare in fumo la clemenza di un calendario che avrebbe permesso di mettere fieno in cascina in attesa di tempi migliori. Ora la sosta, poi Cagliari dove i giallorossi stentano da 15 anni a questa parte. Che tipo di campionato aspetta la Roma lo sapremo il 12 settembre, perché l’illusione di un'altra stagione al vertice è durata solo per 60’ in Supercoppa per poi lasciare spazio ad un realismo che colloca questa Roma alle spalle delle milanesi (con Ibra il Milan è da scudetto) e allo stesso livello della rinnovata Juventus.

Poi sarà Champions. Sempre facendo il paragone con questa Roma, possono mettere paura anche Basilea e Cluj. Gli umori della città cambiano troppo spesso, è vero, ma una prova simile non può lasciare spazio a scusanti. Quando ci sarà una miglior condizione fisica di certo vedremo una Roma migliore. La bella prova di Milano resta uno sbiadito ricordo.

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